La morte di un fedele soprannumerario dell’Opus Dei

Gianmario Roveraro, nato ad Albenga nel 1936, milanese di adozione, di professione finanziere, è morto in circostanze particolarmente dolorose e drammatiche un mese fa. Trattandosi di una personalità molto nota, tutta la vicenda è stata seguita con apprensione da tutto il Paese.

Marito esemplare, padre di tre figli, Gianmario era divenuto membro soprannumerario dell'Opus Dei nel 1963. La sua biografia e la sua carriera professionale è stata in questi giorni raccontata da tutti i mezzi di comunicazione. Meno note alla stampa, ma assai di più a chi lo ha conosciuto e frequentato sono l'alta dimensione umana e spirituale che lo hanno portato per tutti questi anni a cercare di incarnare nella propria vita famigliare e professionale il messaggio di San Josemaría, e cioè la ricerca della santità nella vita di tutti i giorni e l'esercizio dell'apostolato cristiano. Con la discrezione e la semplicità che lo ha caratterizzato per tutta la vita, Gianmario si è sforzato di vivere tutte le virtù cristiane, di impregnare il suo lavoro di un forte senso etico e insieme di incoraggiare molte persone a cercare e a trovare il Signore, con un apostolato colmo di rispetto per la persona e le sue idee, ma anche privo di rispetti umani. Nel contempo si è impegnato, con molte altre persone, per suscitare e sostenere iniziative apostoliche a diretto vantaggio della società.

Molti dei fedeli intervenuti il 26 giugno scorso alla Santa Messa in onore di San Josemaría, nel Duomo di Milano, hanno potuto salutarlo con affetto sul Sagrato del Duomo. Sorrideva a tutti e salutava con allegria e simpatia coloro che gli passavano accanto. Nessuno di noi poteva immaginare che non lo avrebbe più rivisto; ma quel suo sorriso benevolo e insieme riservato ci aiuterà a conservarne a lungo il ricordo.

In questi giorni riceviamo molti messaggi di persone che vogliono testimoniare il medesimo commosso affetto per Gianmario, e associarsi alle preghiere di suffragio, esprimendo tuttavia la speranza cristiana che il Signore e la Madonna lo abbiano voluto accogliere subito nella gloria del Cielo. 

Il Prelato dell'Opus Dei e tutte le persone dell'Opera si sono strette intorno alla famiglia, con la preghiera e una sentita partecipazione al suo dolore.

Una folla commossa e raccolta ha partecipato al funerale, svoltosi il 27 luglio nella chiesa milanese di S. Maria Segreta, e concelebrato da otto sacerdoti. Al termine dell'omelia, il parroco, mons. Poma, ha letto una bella preghiera di S. Agostino, trovata nel libro di preghiere che utilizzava  Gianmario, che riportiamo qui de seguito: 

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami!

Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio, nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole, al confronto!

Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa, ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore infinito.

Non piangere, se veramente mi ami!