"L'uomo è aperto al bene ed al male"

Papa Benedetto XVI ha proseguito la catechesi sugli insegnamenti di San Paolo, soffermandosi sul V Capitolo della Lettera ai Romani, nel quale l’Apostolo delle Genti, delineando le relazioni tra Adamo e Cristo, traccia “le linee essenziali della dottrina sul peccato originale”.

“Paolo ripercorre la storia della salvezza da Adamo alla Legge e da questa a Cristo.” - ha affermato il Papa - “Al centro della scena non si trova tanto Adamo con le conseguenze del peccato sull’umanità, quanto Gesù Cristo e la grazia che, mediante Lui, è stata riversata in abbondanza sull’umanità”.  

“Se, nella fede della Chiesa, è maturata” - ha proseguito il Papa - “la consapevolezza del dogma del peccato originale è perché esso è connesso inscindibilmente con l’altro dogma, quello della salvezza e della libertà in Cristo. La conseguenza di ciò è che non dovremmo mai trattare del peccato di Adamo e dell’umanità in modo distaccato del contesto salvifico, senza comprenderli ciuoè nell’orizzonte della giustificazione in Cristo”.

“Ma come uomini di oggi dobbiamo domandarci” - ha detto Papa Benedetto XVI - “Che cosa è questo peccato originale? (...) E’ ancora oggi sostenibile questa dottrina? Molti pensano che, alla luce della storia dell’evoluzione, non ci sarebbe più posto per la dottrina di un primo peccato, che poi si diffonderebbe in tutta la storia dell’umanità. E, di conseguenza, anche la questione della Redenzione e del Redentore perderebbe il suo fondamento. Dunque esiste il peccato originale o no?”.

“Per poter rispondere dobbiamo distinguere due aspetti della dottrina sul peccato originale” - ha spiegato il Papa - “Esiste un aspetto empirico, cioè una realtà concreta, visibile, direi tangibile per tutti. E un aspetto misterico, riguardante il fondamento ontologico di questo fatto. Il dato empirico è che esiste una contraddizione nel nostro essere. Da una parte ogni uomo sa che deve fare il bene e intimamente lo vuole anche fare. Ma, nello stesso tempo, sente anche l’altro impulso di fare il contrario, di seguire la strada dell’egoismo, della violenza, di fare solo quanto gli piace, anche sapendo di agire così contro il bene, contro Dio e contro il prossimo”.

“Questa contraddizione interiore del nostro essere non è una teoria. Ognuno di noi la prova ogni giorno. E soprattutto vediamo sempre intorno a noi la prevalenza di questa seconda volontà. Basta pensare alle notizie quotidiane su ingiustizie, violenza, menzogna, lussuria. Ogni giorno lo vediamo: è un fatto. Come conseguenza di questo potere del male nelle nostre anime, si è sviluppato nella storia un fiume sporco, che avvelena la geografia della storia umana. (...) Questa contraddizione dell’essere umano della nostra storia deve provocare e provoca anche oggi il desiderio di redenzione. E, in realtà, il desiderio che il mondo sia cambiato e la promessa che sarà creato un mondo di giustizia, di pace, di bene, è presente dappertutto”.

“Quindi il fatto dell potere del male nel cuore umano e nella storia umana è innegabile. La questione è: come si spiega questo male? Nella storia del pensiero, prescindendo dalla fede cristiana, esiste un modello principale di spiegazione, con diverse variazioni. Questo modello dice: l’essere stesso è contraddittorio, porta in sé sia il bene sia il male. (...) Tale dualismo sarebbe insuperabile, i due principi stanno sullo stesso livello perciò ci sarà sempre, fin dall’origine dell’essere, questa contraddizione”.

“Nella versione evoluzionistica, atea, del mondo ritorna in modo nuovo la stessa visione. Anche se, in tale concezione, la visione dell’essere è monistica, si suppone che l’essere come tale porta in sé dall’inizio porti in sé il male e il bene. L’essere stesso non è semplicemente buono, ma aperto al bene ed al male. Il male è ugualmente originario come il bene. E la storia umana svilupperebbe soltanto il modello già presente in tutta l’evoluzione precedente. Ciò che i cristiani chiamano peccato originale sarebbe in realtà solo il carattere misto dell’essere, una mescolanza di bene e di male”.

“E’ una visione in fondo disperata: se è così, il male è invincibile. Alla fine conta solo il proprio interesse. E ogni progresso sarebbe necessariamente da pagare con un fiume di male e chi volesse servire al progresso dovrebbe accettare di pagare questo prezzo. (...) Questo pensiero moderno può, alla fine, solo creare tristezza e cinismo”.

“E così ci domandiamo di nuovo: che cosa dice la fede testimoniata da San Paolo?. Come primo punto, essa conferma il fatto della competizione tra le due nature, il fatto di questo male la cui ombra pesa su tutta la creazione. (...) Come spiegazione, in contrasto con i dualismi e monismi che abbiamo brevemente considerato e trovato desolanti, la fede ci dice:. Esistono due misteri di luce e un mistero di notte, che è però avvolto dai misteri di luce”.

“Il primo mistero di luce è questo la fede ci dice che non ci sono due principi, uno buono e uno cattivo, ma c’è un solo principio, il Dio creatore, e questo principio è buono, solo buono, senza ombra di male. E perciò anche l’essere non è un misto di bene e di male; l’essere come tale è buono (...). Questo è il lieto annuncio della fede: c’è solo una fonte buona, il Creatore. E perciò vivere è un bene, è buona cosa essere un uomo, una donna, è buona la vita”.

“Poi segue il mistero di buio, di notte. Il male non viene dalla fonte dell’essere stesso, non è ugualmente originario. Il male viene da una libertà creata, da una libertà abusata. Come è stato possibile, come è successo? Questo rimane oscuro. Il male non è logico. Solo Dio e il bene sono logici, sono luce. Il male rimane misterioso”. Il male “è in se stesso illogico”.

“Il male viene da una fonte subordinata. Dio con la sua luce è più forte. E perciò il male può essere superato. Perciò la creatura, l’uomo è sanabile. (...) L’uomo non è solo sanabile, è sanato di fatto. Dio ha introdotto la guarigione. E’ entrato in persona nella storia. Alla permanente fonte del male ha opposto una fonte di puro bene. Cristo crocifisso e risorto, nuovo Adamo, oppone al fiume sporco del male un fiume di luce. E questo fiume è presente nella storia”.

    VIS