​21. Chi erano i dodici Apostoli?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

Uno dei fatti più conosciuti della vita di Gesù è che egli costituì un gruppo di dodici discepoli che chiamò i “Dodici Apostoli”. Questo gruppo era formato da uomini che Gesù aveva scelto personalmente, che lo accompagnavano nella sua missione di instaurare il Regno di Dio e che furono testimoni delle sue parole, delle sue opere e della sua resurrezione.

Il gruppo dei Dodici dagli scritti del Nuovo Testamento appare come un gruppo stabile e ben delineato. I loro nomi sono “Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono"; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.” (Mc 3,16-19). Nelle liste che appaiono negli altri Vangeli e negli Atti degli Apostoli ci sono leggere variazioni. Taddeo, in Luca, viene chiamato Giuda, ma la variazione non è significativa, perché come si vede nell’elenco di Marco sopra citato, ci sono persone che hanno lo stesso nome - Simone, Giacomo - e che si distinguono per il cognome o per un secondo nome. Si tratta dunque di Giuda Taddeo. Un dato significativo è che il libro degli Atti di san Luca non dice nulla del lavoro di evangelizzazione di molti di loro: prova del fatto che si dispersero molto presto e che, ciononostante, la tradizione dei nomi degli Apostoli era fortemente radicata.

San Marco (3,13-15) scrive che Gesù “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli - perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni”. È così sottolineata l’iniziativa di Gesù e quale doveva essere la funzione del gruppo dei Dodici: stare con lui ed essere inviati a predicare con la stessa potestà di Gesù. San Matteo (10,1) e San Luca (6,12-13) si esprimono con toni simili. Nei racconti degli evangelisti si vede che i Dodici accompagnano Gesù, partecipano della sua missione e ricevono un insegnamento particolare. Non si nasconde il fatto che molte volte non capiscono le parole del Signore e che lo abbandonano al momento della prova. Ma si sottolinea anche come Gesù rinnova loro la propria fiducia.

È di grande importanza che il numero degli eletti sia Dodici. Questo numero rinvia alle dodici tribù di Israele (cfr Mt 19,28; Lc 22,30; ecc.) e non ad altri numeri comuni in quel tempo: i membri del Sinedrio erano 71, i membri del Consiglio di Qumran 15 o 16 e i membri adulti necessari per il culto nella sinagoga, 10. Così appare chiaro che Gesù non vuole restaurare il regno di Israele (At 1,6) - sulla base della terra, del culto e del popolo - ma instaurare il Regno di Dio sulla terra. A conferma di ciò c’è anche il fatto che, al momento della venuta dello Spirito Santo a Pentecoste, Mattia occupi già il posto di Giuda Iscariota e completi il numero dei Dodici (At 1,26)