Aiutare tutti, cominciando da uno: Madagascar

Vi presentiamo la testimonianza di alcuni studenti che hanno partecipato al progetto di cooperazione internazionale universitaria in Madagascar, promosso dall’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Diventare medici con la passione di servire il prossimo

Molte le attività svolte all’interno del Centro medico chirurgico Saint Damien della città di Ambanja, nel nord-ovest del Madagascar: studenti e professori hanno potuto assistere il personale locale nel loro lavoro quotidiano, nelle attività in sala operatoria, nel laboratorio di analisi, radiologia, odontoiatria e oftalmologia.

Un forte legame si è instaurato con le scuole, dove insieme ai pediatri, è stata condotto uno screening nutrizionale che ha permesso di identificare i casi di malnutrizione e di anemia. Ai bambini sono stati quindi somministrate vitamine, micronutrienti e ferro che gli studenti avevano portato dall’Italia. L’équipe oculistica ha invece potuto effettuare uno screening dei deficit visivi, mentre l'anestesista, insieme ai futuri medici e ai futuri infermieri hanno potuto svolgere attività in sala operatoria.Un’esperienza, quella vissuta in sala operatoria, che ha segnato profondamente Augusto, studente al quarto anno di Medicina: “In Madagascar le risorse e le strutture non sono le stesse su cui possiamo contare qui in Italia.

Ma alla fine, proprio in virtù della situazione di emergenza ho potuto confrontarmi con esperienze con cui, se non fossi partito, sarei entrato in contatto più avanti nel mio percorso di formazione”.

In particolare, “nell’ospedale di Ambanja, mi sono trovato davanti ad un intervento particolarmente difficile. Dovevamo curare un ragazzo di 16 anni che era stato vittima di un incidente stradale. Prima e durante l'intervento ero molto nervoso - continua Augusto - ma non dimenticherò mai il suo sorriso dopo l’operazione”. “Lì i chirurghi hanno una tranquillità incredibile di fronte a cose che noi potremmo considerare un'emergenza, un black out della corrente elettrica ad esempio, e che invece per loro sono ordinaria amministrazione” aggiunge Giorgio, anche lui al quarto anno di medicina.

Prima e durante l'intervento ero molto nervoso ma non dimenticherò mai il suo sorriso dopo l’operazione

Il valore di un sorriso

Un'esperienza di formazione professionale ma anche e soprattutto umana. Infatti, “a volte, facciamo fatica a riconoscere le cose importanti”, continua Giorgio. "Noi siamo stati 15 giorni senza acqua corrente e nonostante la difficoltà del contesto sociale, non ho mai visto bambini più felici di quelli che ho incontrato in Madagascar. Oltre alla curiosità che hanno dimostrato nei nostri confronti, c’era però qualcosa di più: una vera propria gioia nel cuore. La loro solarità e la capacità che hanno di divertirsi con poco, come quando ti chiedono di giocare con loro a palla o magari di regalargli la tua maglietta che gli sta quattro volte. Ecco, grazie a loro ho capito quali sono le vere priorità”.

non ho mai visto bambini più felici di quelli che ho incontrato in Madagascar

"Con questo tipo di attività puntiamo soprattutto a coltivare le “passioni buone” dei nostri studenti”, dice il dottor Giovanni Mottini, responsabile dei progetti di cooperazione universitaria del Campus Bio-Medico. “Sono esperienze che lasciano un segno profondo nella loro vita di studenti universitari, e che contribuiscono meglio di qualsiasi lezione teorica a forgiare in loro una coscienza sociale dei medici che saranno. Professionisti in cui la solidarietà non sarà solamente una lodevole disposizione di altruismo in cui impiegare il proprio tempo libero, ma anche una dimensione essenziale della loro professionalità.

L’iniziativa di due settimane ha coinvolto un'équipe di 17 persone tra medici e studenti, tra cui 2 pediatri, un oculista e un anestesista, 9 studenti del Corso di Laurea in Medicina e altri 3 del Corso di Laurea in Infermieristica.