I miei talenti al servizio degli altri

Molti giovani in Camerun pensano che solo medici o ingegneri possano influire positivamente nella vita sociale, ma Olivette ha scoperto come è possibile aiutare gli altri mettendo a frutto i propri talenti e le proprie potenzialità

Ho lasciato il Camerun nel 2004 e sono arrivata a Pavia con l'obiettivo chiaro di tornare nel mio Paese come medico. Molti giovani infatti pensano che solo medici o ingegneri possano influire significativamente nella vita sociale, e quando anch'io ho visto in un ospedale della mia città morire persone per le ferite riportate in un incidente stradale perché non avevano la possibilità di pagarsi le cure, ho pensato veramente che poter studiare medicina e per giunta in Italia, fosse l'unico modo per fare qualcosa di utile per il mio Paese.

I primi quattro anni ho seguito i corsi e ho superato gli esami del corso di laurea. Vivevo in un collegio universitario e potevo anche fare volontariato in una comunità di sostegno per ragazze madri: mi avevano aiutato quando, come studentessa straniera, cercavo una sistemazione a Pavia, e adesso potevo "restituire" a loro qualcosa.

Questa esperienza e altre che mi mettevano in contatto con i bisogni fondamentali di tante persone hanno messo in crisi la mia motivazione allo studio della medicina: non era solo attraverso questa carriera che potevo aiutare. Forse non stavo facendo la cosa giusta perché in fondo cercavo il mio successo prima del bene delle persone! C'erano altre attività, molte delle quali semplicemente manuali, che potevano risolvere molti bisogni e rendere felici le persone.

La crisi tuttavia è stata lunga e molto difficile. Ho deciso di fare una novena alla "Madonna che scioglie i nodi" e ho maturato la decisione di cambiare facoltà – non potevo defraudare i miei genitori che stavano facendo notevoli sacrifici per permettermi di studiare in Italia. Ho iniziato a pensare fuori dagli schemi del prestigio e del successo. Per aiutarmi a uscire dal blocco psicologico e superare un brutto senso di frustrazione ho cercato in internet una scuola che mi guidasse nel coltivare una delle mie passioni di sempre: la pasticceria. Ed è in quel momento che sono entrata in contatto con la Cooperativa Paideia di Milano.

Nel frattempo mi sono iscritta al corso di laurea in biologia e ho ripreso a fare esami, ma sempre di più mi convincevo che dovevo coltivare meglio i miei talenti, che non erano tanto intellettuali quanto manuali, e in Italia avevo l'opportunità di scoprirli e farli crescere in scuole professionali qualificate. Ho seguito dei corsi di specializzazione in sartoria e in bigiotteria e ho scoperto veramente che non ero una "buona a nulla" e, alla domanda “che cosa so fare per aiutare il mio Paese?” La risposta erano le mie capacità e le competenze che avevo acquisito.

Tutto questo faticoso processo di maturazione e di cambiamento di prospettive non l'ho fatto da sola, perché in Italia ho potuto frequentare la Chiesa con più regolarità e sono convinta che Dio mi ha accompagnato in ogni momento, anche se ho sofferto molto la solitudine per non poter condividere con nessuno le mie scelte. È stato in quei momenti che una docente della scuola di pasticceria mi ha proposto uno stage di lavoro nei servizi alberghieri di un Collegio spiegandomi cosa significa il lavoro dell'Amministrazione nei centri dell'Opus Dei. Così, dopo un'esperienza in un altro centro, mi sono accorta che stavo lavorando con persone che vivono curando le piccole cose, e mi sono detta: "Olivette, il mondo dei sogni esiste già!".

Ho cominciato a conoscere lo spirito di san Josemaría che vedevo vivere in piccoli gesti quotidiani di pulizia, di cucina, di lavanderia. Come dicevo, nel mio Paese contano solo pochi lavori, gli altri – e soprattutto quelli manuali – sono considerati un ripiego necessario. Io potevo riportare in Camerun il valore che i talenti delle persone hanno insieme alla cultura e alle ricchezze naturali, di tutti i talenti, anche quelli che si esprimono nei lavori manuali e di soddisfazione dei bisogni primari delle persone.

Per questo è nato il progetto del "Centro manuale dell'eccellenza e dell'amore" con l'obiettivo di creare un ambiente in cui si individuano i talenti, si trasmettono competenze e si portano all'eccellenza alcune professioni manuali. I laboratori possono essere di sartoria (la qualità dei colori e dei tessuti del mio Paese sono notevoli), di bigiotteria (le nostre risorse naturali di legni di diversi colori e di pietre dure sono enormi) e anche di pasticceria. Ho deciso di cominciare da quest'ultimo anche per avere un'autonomia economica per avviare il progetto: sono tornata in Camerun con un forno professionale e un bancone vetrine per il negozio. Ora sento vivo l'orgoglio di un nuovo ruolo che sto assumendo attraverso il mio lavoro per il bene del mio Paese. Il messaggio di san Josemaría sulla santificazione del lavoro sta prendendomi sempre di più ed è per me un cambio importante di paradigma sull'importanza delle diverse professioni.