Il beato Álvaro del Portillo ha saputo “servire la Chiesa più di qualsiasi altra cosa”

Mons. Javier Echevarría si è recato a Valencia, invitato dal Cardinale Arcivescovo della diocesi, Antonio Cañizares, per pronunciare una conferenza sul lavoro svolto dal beato Álvaro del Portillo nella elaborazione del decreto Presbyterorum ordinis del Concilio Vaticano II.

Il prelato dell'Opus Dei, mons. Javier Echevarría, nel suo intervento, vicino al cardinal arcivescovo di Valencia, Antonio Cañizares. Foto: AVAN

Foto in alta risoluzione della permanenza a Valencia di mons. Echevarría (fotografie di Guillermo Guirau)

Il prelato dell'Opus Dei, monsignor Javier Echevarría, ha aperto il 17 aprile a Valencia (Spagna) il ciclo “Dialoghi di Teologia di Almudí" con una conferenza sul suo predecessore alla guida dell'Opus Dei, il beato Álvaro del Portillo (Madrid, 1914-Roma, 1994) e sulla sua attività durante il Concilio Vaticano II come segretario della Commissione Conciliare del Clero, nella quale ha messo in evidenza la sua capacità di “saper servire la Chiesa più di qualsiasi altra cosa".

Il cardinale Cañizares con mons. Echevarría, alla sua sinistra, e il decano della Facoltà di Teologia, Vicente Botella, alla sua destra. Sullo sfondo, un'immagine del beato Álvaro del Portillo. Foto: AVAN

Monsignor Echevarría ha espresso il parere che la Chiesa “ha fatto ricorso alla sua collaborazione tenuto conto della sua dedicazione continua, con molte energie e molto lavoro, a un compito ecclesiale di tanta importanza come è quello della formazione spirituale e umana del sacerdote".

In tal modo ha ricordato che, anche prima della sua partecipazione al Concilio per la elaborazione del decreto Presbyterorum ordinis sul ministero e la vita dei presbiteri, promulgato da papa Paolo VI nel 1965, il beato Álvaro del Portillo “era molto conosciuto in Spagna e in Italia soprattutto per la sua simpatia umana, la sua bontà, la sua capacità di unire le persone e di servire la Chiesa".

Nello stesso modo, “fu stimato dai Pontefici romani che conosceva personalmente: da Pio XII, che lo conobbe quando Álvaro del Portillo era un giovane ingegnere civile, fino a Giovanni XXIII e Paolo VI, che gli hanno manifestato grande affetto e vicinanza; e poi, dopo il Concilio, da san Giovanni Paolo II, con il quale ha avuto un rapporto continuo e con un senso di stretta filiazione durante gli anni del suo servizio pastorale alla Chiesa come Prelato dell'Opus Dei".

Pubblico della conferenza. Foto: AVAN

Nel suo intervento, che ha avuto luogo nel Centro Culturale de La Beneficència, in un incontro presieduto dal cardinale arcivescovo di Valencia, Antonio Cañizares, monsignor Echevarría ha affermato che “molti testimoni hanno messo in evidenza" anche che Álvaro del Portillo “sapeva creare attorno a sé un efficace clima di fiducia e di lavoro di gruppo".

Una “dedicazione abnegata" alla Chiesa

Inoltre, monsignor Echevarría ha assicurato che “anche se don Álvaro osservava una delicata riservatezza intorno al suo lavoro nel Concilio, sono testimone della sua costante dedicazione senza riserve all'incarico che aveva ricevuto", tanto che “spesso lavorava fino a ore avanzate della notte, in modo che queste sue occupazioni non andarono mai a discapito della sua dedicazione alle attività dell'Opus Dei e del suo aiuto al fondatore come Segretario generale".

La conferenza di monsignor Javier Echevarría, che è anche presidente della Società Sacerdotale della Santa Croce, si inserisce nel ciclo di conferenze “Dialoghi di Teologia di Almudí", che è organizzato dalla Facoltà di Teologia di Valencia “San Vicente Ferrer" e dalla Biblioteca Sacerdotale Almudí.

Il beato Álvaro del Portillo, successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell'Opus Dei e predecessore di monsignor Echevarría, è stato beatificato a Madrid il 27 settembre 2014.

Sorelle della Congregazione delle Figlie di Santa Maria del Cuore di Gesù, con il cardinal Cañizares e mons. Echevarría.

Il Cardinale Cañizares: “È necessario approfondire gli insegnamenti del Concilio Vaticano II"

Dopo la conferenza di monsignor Echevarría, che ha risposto anche a diverse domande dei presenti, il cardinale Cañizares ha prospettato la necessità che nel secolo XXI “si approfondiscano gli insegnamenti del Concilio Vaticano II" e si accetti la “grande sfida di conoscerlo bene e di interpretarlo adeguatamente".

In questo senso, ha affermato che “è necessario approfondire tale conoscenza per il rinnovamento della chiesa" e per “portare a buon fine l'opera di evangelizzazione del nostro mondo che è – secondo Paolo VI – un'opera di rinnovamento dell'umanità che farà bene a tutti".

Il cardinal arcivescovo di Valencia, Antonio Cañizares con il prelato dell'Opus Dei, mons. Javier Echevarría.

Secondo il Cardinale, Presbyterorum ordinis è un documento poco conosciuto, pur essendo un “documento-chiave", perché “senza sacerdoti non c'è evangelizzazione e non c'è possibilità di rinnovamento". Perciò – ha continuato il porporato – “noi sacerdoti siamo assolutamente necessari perché il mondo sia e perché la Chiesa sia, e abbiamo una grande responsabilità".

Il porporato ha poi ricordato, citando una frase di colui che è stato arcivescovo di Valencia e del quale attualmente è in corso il processo di canonizzazione, monsignor José María García Lahiguera, che “il sacerdote deve essere santo come Cristo" e che questa non è solamente l'essenza della Presbyterorum ordinis, ma “è la sostanza viva della persona di Álvaro del Portillo".

Nel pomeriggio una Messa in Cattedrale, presieduta da monsignor Echevarría

Nel pomeriggio monsignor Echevarría ha presieduto una eucaristia nella cattedrale di Valencia, concelebrata dal cardinale Antonio Cañizares: è stato lui a invitare monsignor Echevarría a presiedere la celebrazione.

La Messa è stata celebrata in cattedrale perché le famiglie e i cooperatori dell'Opus Dei possano partecipare, in quanto la conferenza che il prelato ha pronunciato questa mattina era diretta a sacerdoti, teologi e studenti.

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Pomeriggio di venerdì 17 aprile

Davanti a migliaia di persone presenti nella Cattedrale, il prelato dell'Opus Dei ha detto: “Allontaniamo da noi ogni tentazione di giudicare e di creare una barriera con gli altri"

Il prelato dell'Opus Dei. monsignor Javier Echevarría, ha esortato, durante la Messa da lui presieduta nella cattedrale di Valencia alla presenza di migliaia di persone, a “non aver paura di mostrare la nostra fede nelle diverse circostanze del lavoro professionale", e neppure di “parlare spesso anche del nutrimento dei sacramenti".

Mons. Echevarría ha incoraggiato a “perdere ogni rispetto umano parlando dei sacramenti, le paure a parlare della Confessione, un sacramento che sarà sempre attuale ". Foto: AVAN

Nell'omelia pronunciata durante la Messa in cattedrale, dove erano stati sistemati sei schermi perché i fedeli che gremivano il tempio potessero vedere la cerimonia, monsignor Echevarría ha esortato a “perdere ogni rispetto umano parlando dei sacramenti, parlando della Confessione, un sacramento che sarà sempre attuale e lo è anche oggi, e al quale, se noi ne parliamo, molti potranno avvicinarsi e ricominciare la propria vita, perché Dio ci aiuta e ci ama. Ha parlato anche di un altro sacramento ineguagliabile: l'eucaristia".

Prelato dell'Opus Dei: “allontanare da noi la tentazione di giudicare, di essere persone che creano una barriera con gli altri".

Poi il prelato dell'Opus Dei ha invitato ad “allontanare da noi la tentazione di giudicare, di essere persone che creano una barriera con gli altri", e a non intralciare l'azione di Dio". In questo senso, citando san Josemaría, fondatore dell'Opus Dei, ha affermato che “se una piccola fiamma si accende al servizio del Signore, non la spegnete, perché se non è di Dio si spegnerà da sola".

Inoltre ha rivolto un invito alle famiglie: “Incoraggiatevi continuamente fra voi e gli altri con un sorriso, con le parole, perché siete comunicatori dell' amore di Dio".

All'inizio della sua omelia monsignor Echevarría ha ringraziato Dio “delle tante meraviglie che a Valencia l'Opus Dei ha vissuto".

Mons. Echevarría ha invitato le famiglie a “incoraggiarsi continuamente fra voi e gli altri con un sorriso, con le parole, perché siete comunicatori dell' amore di Dio”

È stato a Valencia, tra l'altro, che san Josemaría aprì, nel 1939, il primo Centro dell'Opus Dei nel mondo dopo quello di Madrid; ed è stata pubblicata a Valencia, nello stesso anno, la prima edizione di Cammino, la sua opera più conosciuta.