La serenità e l’unione con Dio durante la malattia

Per grazia del Signore, Montse accettò con serenità e vera pace la sua malattia, vedendo in essa la Volontà di Dio

Le sue amiche, che intuivano in lei qualcosa di speciale, hanno lasciato alcune testimonianze scritte. Rosa Pantaleoni, per esempio, scrive: «Io non riuscivo a capire come potesse essere così serena, pur soffrendo tanto, e ogni giorno di più. Durante la malattia sono stata testimone della sua unione con il Signore, minuto dopo minuto. Ha avuto un cambiamento così rapido e profondo che un giorno le ho domandato: “Montse, tu sei la stessa di sempre, vero?”; mi rispose di sì, che era la stessa, ma che sentiva la vicinanza del Cielo e questo l’aiutava a lottare».

Arrivò il giorno in cui Montse era così spossata e dolorante che fu necessario ridurre il numero di visite delle sue amiche. Però era impossibile trattenere tutte quelle che le volevano tanto bene, sicché la sua stanza era sempre piena; e anche se le costava molto parlare, dialogare con loro, Montse sapeva che per loro era un bene e si sforzava con piacere, con l’intenzione di avvicinarle a Dio.

Sua madre racconta che una volta, accorgendosi che era molto affaticata, tentarono di ingannarla e le dissero che due sue amiche erano al telefono e volevano sapere come si sentisse. Si rese subito conto che non erano al telefono, ma che erano venute a casa e reagì immediatamente: «Mamma, non siamo qui per fare quello che piace a noi; falle entrare».

Le tante persone che andarono a vederla durante la malattia – i Grases erano una famiglia numerosa e avevano molte amicizie – andavano via profondamente impressionate. Montserrat Amat, un’amica di famiglia che passava con lei molto tempo, commentava che le visite andavano via sempre con una grande pace e con il desiderio di diventare migliori; mai con tristezza: «È che far visita a Montse fa molto bene». Ricorda anche che un giorno cominciarono a recitare il Rosario, ma, vedendo che stava piuttosto male, le domandò se se la sentiva; Montse rispose subito: «Sì, sì, voglio recitarlo». Lei rispondeva alle preghiere senza parlare e alla fine faceva un segno per indicare che aveva terminato e così Montserrat Amat poteva continuare a voce alta.

L’esempio di Montse era evidente a tutti; tutte le persone che andavano a trovarla restavano impressionate della sua fortezza e della sua serenità. Seppe portare con un grande amore a Dio la sua croce, una croce molto dolorosa. Un suo gesto caratteristico era quello di prendere il crocifisso e tenerlo fra le mani. Diceva: «È la notte che ne ho più bisogno»; poi ripeteva: «Benedetto sia il dolore. – Amato sia il dolore. – Santificato sia il dolore... Glorificato sia il dolore!» (Cammino, n. 208).

Preghiera per chiedere a Dio un favore o un miracolo attraverso l’intercessione di Montse. .