Libano: prepararsi ad aiutare la pace

La "European University Summer School in International Relations "(Campus Europeo Universitario) ha ormai una tradizione consolidata. Offrire a giovani universitari e laureati la conoscenza sul campo di come gli attori internazionali (il mondo diplomatico, le organizzazioni internazionali, le Forze di Pace delle Nazioni Unite) affrontano le crisi umanitarie, di quali sono le strategie di intervento più efficaci, e la comprensione del nuovo ruolo dell’Università nella prevenzione dei conflitti e nei proce...

Sessione d’apertura della Summer School.

...ssi di pace, sono gli obiettivi centrali della "Summer School".

La concezione di intervento umanitario più diffusa presso la comunità internazionale si limita spesso all’aiuto materiale in caso di emergenza. Naturalmente il compito più urgente è quello di porre rimedio agli effetti immediati delle crisi (ripristinare la sicurezza e fornire beni di prima necessità), cui segue l’impegno, spesso difficilissimo, per la stabilizzazione della situazione (ricostruzione di un sistema statale). Ma è solo rimuovendo le cause profonde che hanno portato alla crisi che quest’ultima può essere veramente superata. Lo sviluppo non consiste solo in una maggior ricchezza di beni materiali ma anche, e soprattutto, in un processo di trasformazione sociale che elimini le fonti principali dell’indigenza, dell’ignoranza, dell’ingiustizia. La cooperazione allo sviluppo è quindi innanzi tutto un’operazione culturale, che aiuti, nel rispetto delle tradizioni e della cultura di un popolo, le parti in conflitto a comprendersi e a dialogare, alla ricerca di una comune identità nazionale.

La Summer School, promossa dalla Fondazione Rui e dall’Associazione Europea di Studi Internazionali (AESI), intende farsi veicolo, nei confronti dei partecipanti e del mondo universitario da essi rappresentato, e anche delle istituzioni internazionali e delle università locali, di una nuova strategia che veda il mondo universitario al centro di un impegno sinergico di tutte le parti in causa di un intervento umanitario animato da quest’impegno “culturale” a medio-lungo termine.

Le prime due edizioni hanno condotto una trentina di studenti in Bosnia Erzegovina e nella Repubblica Serba. L’edizione di quest’anno si è invece svolta in Libano tra il 19 e il 30 luglio. Gli studenti, in maggioranza italiani, ma anche inglesi, francesi e svizzeri, hanno potuto incontrare l’Ambasciatore Italiano in Libano, il Capo della Delegazione della Commissione Europea ed il Rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Libano, il Comandante delle Forze di Pace UNIFIL con il suo staff di comando, esponenti del mondo universitario libanese ed il Patriarca Maronita.

Molto apprezzata anche la partecipazione a un convegno promosso dalla Associazione ALDEC (Associazione Libanese per la cultura e lo sviluppo) sul “turismo culturale”. ALDEC, nata dall’impegno di fedeli della Prelatura dell’Opus Dei libanesi e da molti altri amici e persone di buona volontà, è impegnata in un progetto di riqualificazione sociale di diversi paesi del Monte Libano, proprio a partire dallo sviluppo di centri di agriturismo che promuovano uno tipo di turismo familiare rispettoso delle tradizioni, che favorisca la conoscenza e la comprensione tra le diverse comunità religiose libanesi e contenga il preoccupante fenomeno dell’emigrazione, specialmente grave tra i cattolici.

Per gli studenti è stata un’esperienza preziosa per capire la complessa situazione del “Paese dei cedri” e il ricchissimo contributo che la fede cristiana può offrire al lavoro diplomatico e di cooperazione umanitaria. Essi stessi, inoltre, in più di un caso, si sono fatti ambasciatori di questa nuova strategia di cooperazione presso i relatori che hanno avuto modo di incontrare.