Mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, al centro culturale "L'Arengo"

Domenica 28 gennaio l'arcivescovo ha incontrato alcune persone dell'Opus Dei con i loro amici e parenti.

“Che la Chiesa non sia un condominio dove ogni realtà della Chiesa che agisce non conosce le altre” questo è stato uno dei temi che mons. Zuppi ha voluto sottolineare davanti a un centinaio di persone nell’aula magna del centro culturale "L’Arengo" di Bologna.

Quello con il vescovo di Bologna non è stato un incontro di preghiera o un convegno. Piuttosto si è trattato di un incontro in famiglia nel quale i presenti hanno potuto raccontare a mons. Zuppi le attività di formazione cristiana che vengono svolte dalle persone che frequentano "L’Arengo" per diversi motivi: dal club educativo rivolto a ragazze delle medie e dei primi anni del liceo, alla scuola dell’infanzia e nido "Cerreta", portata avanti interamente da genitori, fino al catechismo e percorsi formativi per fidanzati in parrocchia.

"Che la Chiesa non sia un condominio dove ogni realtà della Chiesa che agisce non conosce le altre" (mons. Matteo Zuppi)

Sara ha parlato del volontariato che insieme ad alcune amiche liceali porta avanti in una mensa della Caritas bolognese; Caterina, tutor del Vega Club, un club per ragazze dove vengono svolte attività ricreative e di formazione cristiana, ha raccontato dei piccoli obiettivi che pone alle ragazze per aiutarle nel loro percorso di crescita.

Mons. Matteo Zuppi è arcivescovo metropolita di Bologna dal 27 ottobre 2015.

Giovanna ha voluto raccontare gli incontri di confronto e formazione per le famiglie, mentre Annalisa di come le è cambiata la vita (in meglio) dopo aver ricevuto il dono di 8 figli di cui uno con la sindrome di Down e un altro adottato.

Dopo aver ascoltato tutte queste testimonianze, accompagnando i racconti con qualche battuta, l'arcivescovo ha voluto dare qualche consiglio e qualche suggerimento: “Sentiate forte il dovere e la necessità di restituire la formazione che ricevete qui, ce n’è tanto bisogno!".

Annalisa ha raccontato di come le è cambiata la vita (in meglio) dopo aver ricevuto il dono di 8 figli di cui uno con la sindrome di Down e un altro adottato

Questo incoraggiamento deve passare soprattutto attraverso l'amicizia personale, seguendo anche l’esempio di papa Francesco. Ha proseguito infatti mons. Zuppi: “Per esempio lo vediamo nell’intervista concessa a Scalfari. Egli trascrisse e spiegò alcune parole del Papa a modo suo, sbagliando; così papa Francesco gliele rispiegò nuovamente. Vedete? Ha riaperto il dialogo e così è nata un’amicizia! Dobbiamo sempre riaprire il dialogo, non restringerci nel nostro piccolo mondo. Lo si può fare solo con l’amicizia".

L'arcivescovo ha voluto anche dedicare alcune parole ai contrasti interni nella Chiesa: “È il demonio che vuole dividere la Chiesa. Dobbiamo chiederci: chi trae beneficio da queste critiche? L’obbedienza nella Chiesa è una cosa seria”.

A conclusione dell’incontro mons. Zuppi ha incoraggiato i presenti ad aiutare la Chiesa locale che soffre di ingenti necessità: “Lo scorso anno sono stati ordinati alcuni sacerdoti, pochi a confronto di quelli deceduti. Sapete bene voi che la Chiesa non è fatta solo dal clero: ci sarà sempre più bisogno dei laici che saranno sempre più chiamati ad impegnarsi".

"Dobbiamo sempre riaprire il dialogo, non restringerci nel nostro piccolo mondo. Lo si può fare solo con l’amicizia". (mons. Matteo Zuppi)

L'arcivescovo ha concluso ringraziando una per una le persone che hanno portato i loro racconti e testimonianze. Con grande affetto ha incoraggiato a continuare l’apostolato “nella periferia della classe media e dei professionisti”, coinvolgendo gli amici e i colleghi.