Opus Dei: trenta anni di prelatura personale

Il Direttore dell'Ufficio Informazioni dell'Opus Dei in Italia, Bruno Mastroianni, in una intervista spiega compiti e attività dell'Opera.

ROMA, giovedì, 29 novembre 2012 (ZENIT.org) - Da anni vengono dette e scritte tante falsità sull’Opus Dei, sulla sua storia, sul suo servizio alla Chiesa, sul suo fondatore san Josemaría Escrivá, assieme a tanti apprezzamenti da parte di tanti fedeli e della Gerarchia.

In particolare si è molto speculato sulla costituzione dell’Opus Dei che è prelatura personale. Cosa è e cosa comporta essere prelatura personale? Per cercare risposta a questa ed altre domande sul tema, a trenta anni dalla erezione in prelatura personale sancita dal beato Giovanni Paolo II (1982), ZENIT ha intervistato Bruno Mastroianni, Direttore dell’Ufficio Informazioni dell’Opus Dei in Italia.

Cos’è una prelatura personale?

Mastroianni: Nel diritto della Chiesa Cattolica, la figura giuridica denominata prelatura personale è stata prevista dal Concilio Vaticano II.

Il decreto conciliare Presbyterorum ordinis, (7-XII-1965), n°10, stabiliva che per “l’attuazione di peculiari iniziative pastorali in favore di diversi gruppi sociali in certe regioni o nazioni o addirittura in tutto il mondo” si potessero costituire in futuro, fra altre istituzioni, “peculiari diocesi e prelature personali”.

Quali sono le caratteristiche delle prelature personali?

Mastroianni: Il Concilio intendeva delineare una nuova figura giuridica, di grande flessibilità, per contribuire all’effettiva diffusione del messaggio e della vita cristiana: l’organizzazione della Chiesa risponde così alle esigenze della sua missione, che si inserisce nella storia degli uomini.

Le prelature personali, auspicate, come detto, dal Concilio Vaticano II, sono comunità cristiane rette da un Pastore (un prelato che può essere vescovo, nominato dal Papa, e che governa la prelatura con potestà di regime o giurisdizione); oltre al prelato vi è un presbiterio composto di sacerdoti secolari e vi sono i fedeli laici, sia uomini che donne.

Pertanto, le prelature personali sono istituzioni che rispondono allo sviluppo dell’auto-organizzazione che la Chiesa si dà per raggiungere le finalità che Cristo le ha affidato, con la caratteristica che i loro fedeli continuano a far parte anche delle chiese locali o diocesi dove hanno il domicilio.

Quando e perché l’Opus Dei fu eretta prelatura personale?

Mastroianni: L’Opus Dei fu eretta da Giovanni Paolo II in prelatura personale di ambito internazionale, mediante la costituzione apostolica Ut sit, del 28 novembre 1982. La finalità è indicata da Giovanni Paolo II nella stessa costituzione apostolica di erezione: affinché l’Opus Dei, fondata da san Josemaría Escrivá per ispirazione divina, fosse uno strumento valido ed efficace per la promozione della ricerca della santità e dell’apostolato nel mondo. A tale scopo l’Opus Dei veniva affidata alla cura pastorale di un Prelato, secondo gli statuti che gli venivano dati al momento della costituzione della prelatura, come previsto dal Codice di diritto canonico.

Cosa era l’Opus Dei prima di diventare prelatura personale?

Mastroianni: Prima di essere eretta in prelatura, l’Opus Dei era già una unità organica, composta da laici e sacerdoti che cooperavano ad un compito pastorale e apostolico di ambito internazionale. Questo specifico compito cristiano consiste nel diffondere l’ideale della santità in mezzo al mondo, nel lavoro professionale e nelle circostanze ordinarie di ciascuno.

Paolo VI ed i successivi Romani Pontefici indicarono di studiare la possibilità di dotare l’Opus Dei di una configurazione giuridica definitiva e adeguata alla sua natura che, alla luce dei documenti conciliari, doveva essere quella della prelatura personale.

Nel 1969, con la partecipazione sia della Santa Sede che dell’Opus Dei, fu avviato il processo per effettuare tale adeguamento. Tale processo si concluse nel 1981. Subito dopo la Santa Sede inviò una nota informativa agli oltre duemila vescovi delle diocesi nelle quali era presente l’Opus Dei, affinché inviassero le proprie osservazioni.

Compiuto questo passo, l’Opus Dei fu eretta da Giovanni Paolo II in prelatura personale di ambito internazionale, mediante la costituzione apostolica Ut sit, del 28 novembre 1982, che divenne esecutiva il 19 marzo 1983. Con questo documento il Romano Pontefice promulgò gli Statuti, che costituiscono la legge particolare pontificia della Prelatura dell’Opus Dei. Si tratta degli Statuti redatti in precedenza dal fondatore, con le modifiche imprescindibili per adattarli alla nuova legislazione.

Alla Prelatura dell’Opus Dei appartengono sacerdoti e laici, uomini e donne delle più diverse nazionalità e culture.

Qual è il rapporto dell’Opus Dei con le diocesi?

Mastroianni: La Prelatura dell’Opus Dei è un ente giurisdizionale appartenente all’organizzazione pastorale e gerarchica della Chiesa. Come le diocesi, le prelature territoriali, i vicariati, gli ordinariati militari, ecc., la prelatura è sotto la giurisdizione del suo Prelato, che la governa in qualità di Ordinario proprio, per la realizzazione della sua missione al servizio di tutta la Chiesa, sempre sotto la potestà suprema del Romano Pontefice, tramite la Congregazione per i Vescovi. Il Prelato e i suo vicari mantengono continui rapporti con i vescovi diocesani, giacché fra i pastori esiste una relazione di cooperazione, dal momento che tutti hanno la stessa finalità, cioè il bene delle anime.

    Antonio Gaspari // ZENIT.org