Papa Benedetto XVI in Baviera

Un’ampia riflessione sul rapporto tra fede e ragione ha caratterizzato l’incontro di Benedetto XVI con i rappresentanti del mondo della scienza, tenutosi il 12 settembre nell’Università di Ratisbona. “Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza".

Ratisbona (Agenzia Fides) - In questo Ateneo, che conta oggi 12 facoltà frequentate da 25 mila studenti, Joseph Ratzinger è stato titolare della Cattedra di dogmatica e storia del dogma dal 1969 al 1971, e ha ricoperto anche l’incarico di Vice-rettore. Dopo aver espresso la sua emozione di trovarsi nell’Università di Ratisbona, Papa Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza delle facoltà teologiche, in quanto è sempre “necessario e ragionevole interrogarsi su Dio per mezzo della ragione e ciò deve essere fatto nel contesto della tradizione della fede cristiana”.

Nella sua approfondita lezione, che i presenti hanno poi applaudito per circa 15 minuti, il Santo Padre è partito da “un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto. La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso?”. “Io penso - ha proseguito il Santo Padre - che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia”. L'incontro tra il messaggio biblico e il pensiero greco non avvenne per caso.

Benedicto XVI.

Il Papa ha citato quindi la traduzione greca dell'Antico Testamento, realizzata in Alessandria - la "Settanta" -, come “più di una semplice traduzione del testo ebraico”: è infatti “una testimonianza testuale a se stante e uno specifico importante passo della storia della Rivelazione, nel quale si è realizzato questo incontro in un modo che per la nascita del cristianesimo e la sua divulgazione ha avuto un significato decisivo. Nel profondo, vi si tratta dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione”.

L’avvicinamento tra la fede biblica e l'interrogarsi sul piano filosofico del pensiero greco, “è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale” ha sottolineato il Papa, per questo incontro infatti il cristianesimo, “nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell'Oriente, ha infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa… Questo incontro, al quale si aggiunge successivamente ancora il patrimonio di Roma, ha creato l'Europa e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa.”

La Colonna della Vergine, alla quale il Santo Padre ha diretto la sua orazione.

Concludendo le sue riflessioni, il Santo Padre Benedetto XVI ha escluso che la critica della ragione moderna induca a tornare indietro, a prima dell’Illuminismo: “Quello che nello sviluppo moderno dello spirito è valido viene riconosciuto senza riserve: tutti siamo grati per le grandiose possibilità che esso ha aperto all’uomo e per i progressi nel campo umano che ci sono stati donati”. Si tratta invece di “un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa. Perché con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell'uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle”. Ci riusciamo solo “se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza.”