Presentata a Roma la biografia di Álvaro del Portillo

"Una beatificazione non è una festa soltanto per una persona ma per il popolo di Dio. È un’occasione in più per esaltare il Signore, dandogli tutta la gloria" ha detto il prelato dell'Opus Dei, Mons. Javier Echevarría, il 18 settembre, durante la presentazione della biografia di Álvaro del Portillo.

Nell’Aula Magna della Pontificia Università della Santa Croce, di cui Álvaro del Portillo è stato il primo cancelliere, si è presentato il libro delle Edizioni Ares, con la partecipazione del Cardinale Francesco Monterisi (Arciprete emerito della Basilica di San Paolo), del padre carmelitano Antonio Maria Sicari (teologo, scrittore e saggista), della professoressa Emma Fattorini (docente di Storia contemporanea alla Università “La Sapienza” e senatrice della Repubblica), e della professoressa Maria Vittoria Marini Clarelli (direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma). Ha moderato gli interventi Cesare Cavalleri direttore delle Edizioni Ares, casa editrice che ha pubblicato il libro.
Nel suo saluto iniziale Mons. Echevarría ha ringraziando i presenti ricordando che “il venerabile Álvaro del Portillo, prossimo beato, fu sicuramente un uomo, un sacerdote, un vescovo pieno di gioia al quale il Signore concesse tanti talenti umani di prima categoria. La sua beatificazione pone davanti ai nostri occhi – e qui risiede il significato di questo atto della Chiesa – il fatto che la santità è accessibile a tutti i battezzati, se corrispondiamo con generosità alla grazia di Dio”.

Il cardinale Francesco Monterisi ha ricordato come “Mons. del Portillo ha lavorato molto per il Concilio Vaticano II, prima, durante e dopo il suo svolgimento. Con notti passate a leggere, studiare e comporre testi e pareri: è stato mirabile il suo lavoro per la redazione del Decreto Conciliare Presibeterorum Ordinis. E a proposito del lavoro instancabile di Álvaro del Portillo il cardinale Monterisi ha sottolineato come don Álvaro “seppe ispirare decine e decine di iniziative in tutto il mondo: scuole rurali e urbane, centri di formazione, ospedali. Quando si recava in un posto in Africa o in America Latina cercava di capire quali fossero le necessità sociali più urgenti della popolazione. Quindi, con il suo spirito sereno ma determinato, incoraggiava alcuni fedeli dell’Opus Dei del luogo a mettere in piedi qualche iniziativa per rispondere a questa necessità”.

Padre Antonio Maria Sicari, durante il suo intervento, si è soffermato a lungo sul rapporto di amicizia, affetto e lealtà che ha legato il fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá, e il futuro beato Álvaro del Portillo: “Ciò che maggiormente risalta è l’incontro felice tra un Fondatore ricco di carisma e di passione e un primo discepolo, presto riconosciuto come tale. Il nome che deve essere dato a questo ‘incontro felice’ è la parola ‘fedeltà’, ma intesa in senso molto profondo e bidirezionale, che va, cioè, dal Fondatore-Padre al discepolo-Figlio e dal discepolo-Figlio al Fondatore-Padre”. Tra i vari aneddoti e scene di vita estratti dalla biografia e raccontati dal padre carmelitano, uno in particolare gli ha strappato un sorriso quando un giorno don Álvaro fece una correzione a san Josemaría che gli costò molto accettare. Il fondatore dell’Opus Dei reagì andando a pregare dicendo:‘Signore, Álvaro ha ragione e io no’. Ma subito dopo aggiunse: ‘No, Signore, questa volta ho ragione io… Álvaro non me ne fa passare neanche una… e questo non mi sembra affetto, è crudeltà’. E poi ancora: ‘Grazie, Signore, per avermi ha messo accanto mio figlio Álvaro che mi vuol tanto bene e non me ne lascia passare neanche una!’. Padre Sicari ha sottolineato come questo tipo di sincerità piena di fede caratterizzava il rapporto tra i due.

La professoressa Emma Fattorini ha parlato del rapporto tra la fedeltà di don Álvaro e la sua semplicità, soprattutto ricordando che “dalla storia del rapporto con la sua famiglia, con sua madre ma anche dal modo in cui ha vissuto gli studi viene fuori una grande interiorità vissuta allo stesso tempo con leggerezza. Un’interiorità di grande respiro, non doveristica e senza lamenti. Per questo la fedeltà, che è la cifra di lettura di tutta la persona di don Álvaro si coniuga con la libertà, cioè c’è in lui un nesso tra fedeltà e la libertà”.

Maria Vittoria Marini Clarelli, direttrice della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma che ha ricordato come “un dato molto evidente della personalità di Álvaro del Portillo fosse la serenità. Quando lui attraversava i corridoi della Congregazione della Dottrina della Fede camminava in un modo che assomigliava al motto latino festina lente (corri piano). Questa serenità la comunicava perché la bellezza della persona di don Álvaro era legata a una straordinaria trasparenza, come se la sua anima fosse visibile”.

L’edizione di questo volume coincide con l’imminente beatificazione di Álvaro del Portillo, che si terrà a Madrid il prossimo 27 settembre.

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