Relazione autografa di San Josemaría sulla morte della sorella

Dopo la morte del Fondatore, tra le sue carte fu trovata una busta sigillata su cui egli stesso aveva scritto: “Aprire solo dopo la mia morte." Il testo è contenuto nel volume firmato da Andrés Vázquez de Prada.

Il 20 giugno 1957 moriva a Roma la sorella di San Josemaría.

Dopo la morte del Fondatore, tra le sue carte fu trovata una busta sigillata su cui egli stesso aveva scritto: “Aprire solo dopo la mia morte. Mariano. 2-VII-1957”.

Ecco il testo delle sei pagine autografe: “Quando Álvaro mi disse che il medico non dava più di due mesi di vita a mia sorella Carmen, fui invaso dalla tristezza. Per i primi dell’Opera e per me, Carmen si identificava con venticinque lunghi anni di sofferenze e di gioie nell’Opus Dei. Dopo aver accettato, piangendo, la volontà di Dio, decisi di iniziare una battaglia di preghiere con il Signore: ho pregato e ho fatto pregare tutti. E continuai a piangere amaramente, anche se a volte temevo che avrei dato cattivo esempio, qualora gli altri se ne fossero accorti: ma ho sempre respinto subito questo pensiero, perché siamo creature di Dio ed è stato Lui a darci un cuore.

Dopo alcuni giorni, avendo visto la meravigliosa preparazione di Carmen per andare a godere del Cielo e la sua ammirevole serenità, capii – e lo dissi – che la logica di Dio Nostro Signore non è tenuta ad adattarsi alla povera logica umana.

Giunsero il momento di amministrare a mia sorella gli ultimi sacramenti e poi la lunga agonia, quasi due giorni, a forza di ossigeno e iniezioni. Anche allora continuai a chiedere la guarigione di Carmen, per intercessione di Isidoro, finché, alla fine, accettando pienamente la Santissima Volontà di Dio, recitai lentamente la preghiera che mi dà la pace: Fiat, adimpleatur… Mi sentivo spossato, con una stanchezza che mi ricordava la lotta di Giacobbe con l’Angelo.

Non appena mia sorella morì – ‘È finita’, disse José Luis Pastor, il medico che l’assisteva – recitai un responsorio e, poiché l’ora lo consentiva, scesi in oratorio a celebrare la Santa Messa.

All’inizio, in un istante, mi venne il pensiero di chiedere al Signore un segno chiaro che l’anima di mia sorella, per la quale stavo per offrire la Messa, con la facoltà di altare privilegiato, fosse nella gloria del Cielo. Resomi conto di ciò che avevo chiesto, senza alcuna partecipazione della mia volontà, respinsi quel pensiero e mi pare di averne chiesto perdono al Signore, perché era come tentare Dio.

Salito all’altare, proseguii la Santa Messa normalmente fino al primo memento: mi accorsi, non senza sorpresa, che stavo applicando la Messa non per mia sorella, morta pochi minuti prima, ma per un’altra intenzione. Mi corressi, offrendo il Santo Sacrificio per l’anima di Carmen. Proseguii di nuovo normalmente, fino al memento dei defunti: ancora una volta, senza rendermene conto, avevo offerto la Santa Messa per un’altra intenzione. Riformulai l’intenzione: per l’anima di Carmen. E provai una grande sicurezza, una gioia immensa, una riconoscenza senza limiti per la bontà di Dio, avendo compreso, con una certezza che non è umana, che il Signore, nella sua bontà infinita, aveva voluto darmi ‘un segno chiaro’ che Carmen era già entrata in gaudium Domini sui.

Da quel momento mi sono sentito diverso: sono finite le lacrime e ho provato una gioia, anche fisica, che non esito a definire un frutto dello Spirito Santo, concesso a questo miserabile peccatore dalla divina bontà.

Dopo tutto ciò, mi costa fatica fare suffragi, ma li faccio e li faccio fare perché così vuole la Chiesa.

Roma, 25 giugno 1957”

Quando il Fondatore faceva visita assieme ai suoi figli alla tomba di Carmen, recitava insieme a loro un responsorio per i defunti dell’Opera e per i genitori e i fratelli defunti dei membri dell’Opus Dei (61). Sopra l’architrave dell’ingresso alla cripta dove riposano i resti mortali di Carmen c’è una lapide, che inizia con queste parole: "Ad perpetuam omnium Operis Dei defunctorum memoriam"; a perpetua memoria di tutti i defunti dell’Opus Dei.

Andrés Vázquez de Prada, "Il Fondatore dell'Opus Dei. III. I cammini divini della terra", Leonardo International, 2004, pp. 252-263