San Josemaría Escrivá. La chiamata universale alla santità e la santificazione del lavoro

Riportiamo l'articolo di don Javier López Díaz, pubblicato sulla rivista mensile “Maria di Fatima. Mensile della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria".

Articolo pubblicato sulla rivista mensile “Maria di Fatima. Mensile della Famiglia del Cuore Immacolato di Maria", 16 (4/2014) pp. 12-13, con il titolo: “Il profumo del cielo nella quotidianità”.

San Josemaría Escrivá. La chiamata universale alla santità e la santificazione del lavoro

Madrid, agosto 1931. Un sacerdote, che alcuni decenni dopo sarebbe stato proclamato santo, celebrava la Santa Messa nella festa della Trasfigurazione del Signore. Era sempre un momento di sublime intensità, il centro e la radice della sua vita sacerdotale, ma in quella mattina lo fu in modo singolare. Quello stesso giorno consegnò l’accaduto nei suoi appunti personali:

E compresi che saranno gli uomini e le donne di Dio ad innalzare la Croce con la dottrina di Cristo sul pinnacolo di tutte le attività umane...

«Giunse il momento della Consacrazione: nell’alzare la Sacra Ostia, senza perdere il dovuto raccoglimento, senza distrarmi − avevo appena fatto mentalmente l’offerta all’Amore misericordioso − si presentò al mio pensiero, con forza e chiarezza straordinarie, quel passo della Scrittura: et si exaltatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum (Gv 12,32) [“Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”]. In genere, di fronte al soprannaturale, ho paura. Poi viene il “ne timeas! sono Io”. E compresi che saranno gli uomini e le donne di Dio ad innalzare la Croce con la dottrina di Cristo sul pinnacolo di tutte le attività umane... E vidi il Signore trionfare e attrarre a sé tutte le cose» (Appunti intimi, n. 217, in A. Vázquez de Prada, Il Fondatore dell’Opus Dei, vol. I, p. 402).

Quasi tre anni prima di questo evento, San Josemaría aveva visto che Dio gli chiedeva di annunciare la chiamata universale alla santità, non soltanto in un modo generale − ricordando ancora una volta che tutti possono diventare santi, ovunque si trovino − bensì affermando specificamente che le attività temporali oneste possono diventare luogo di santificazione e di apostolato, mezzo per trasformare la società con lo spirito di Cristo, per migliorarla e farla progredire rendendola più consona alla dignità umana e di figli di Dio.

Il Papa Giovanni Paolo II − che da aprile potremo invocare come San Giovanni Paolo II − distingueva questi due aspetti, quello generale e quello specifico, quando affermava che «San Josemaría fu scelto dal Signore per annunciare la chiamata universale alla santità e per indicare che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Si potrebbe dire che egli fu il santo dell'ordinario» (Discorso 7-X-2002, n. 2). Il santo che ha insegnato a dare rilievo e importanza trascendentale al grigiore della vita quotidiana. «Sappiatelo bene − diceva −: c'è un qualcosadi santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire» (Omelia 8-X-1967).

Siamo stati resi figli di Dio nel Battesimo e dobbiamo crescere, giorno dopo giorno, come figli suoi. Questa crescita in santità non è aliena alle incombenze quotidiane di un cristiano comune. Al contrario, può aver luogo proprio nell’adempimento degli stessi doveri professionali, familiari e sociali, se si svolgono come Gesù durante gli anni di vita a Nazareth. Ciò richiede impegno per fare bene il lavoro e tutte le cose, per amore di Dio, affinché risplenda la sua gloria in noi e nel creato, dissipando le tenebre del peccato. Bisogna farle con spirito di riparazione, oltre che di adorazione e di ringraziamento.

Un'ispirazione del Cielo

«Siamo venuti a dire − scrisse San Josemaría −, con l’umiltà di chi sa di essere peccatore e poca cosa – homo peccator sum (Lc 5,8), diciamo con Pietro −, ma con la fede di chi si lascia guidare dalla mano di Dio, che la santità non è una cosa riservata a privilegiati: che il Signore ci chiama tutti, che da tutti si aspetta Amore. Da tutti, ovunque si trovino; da tutti, qualunque sia il loro stato, la loro professione o il loro mestiere. Perché questa vita normale, ordinaria, senza spettacolo, può essere mezzo di santità» (Lettera 24-III-1930, n. 2). L’ispirazione che ricevette nel 1931 durante la Messa, al momento di elevare l’Ostia Santa, veniva a illuminare particolarmente il fatto che le nobili attività temporali possono essere un cammino di santificazione e di redenzione, non un ostacolo. Per attirare a sé tutti gli uomini e tutto il creato, Gesù Cristo voleva che i suoi lo innalzassero sulle attività umane, santificando ciascuno il proprio lavoro. In quel giorno del 1931 − ricordava San Josemaría − «nel fondo dell’anima, intesi con un senso nuovo, pieno, quelle parole della Scrittura: et ego, si exaltatus fuero a terra, omnia traham ad meipsum (Gv 12,32). Lo compresi perfettamente. Il Signore ci diceva: se voi mi porrete nel più profondo di tutte le attività della terra, compiendo il dovere di ogni momento, essendo miei testimoni in ciò che sembra grande e in ciò che appare piccolo..., allora omnia traham ad meipsum! Il mio regno tra voi sarà una realtà!» (Meditazione, 27-X-1963).

La statua in San Pietro

Sul basamento della statua del Fondatore dell’Opus Dei che Benedetto XVI fece collocare nella Basilica di san Pietro nel 2005, si trova questo testo del quarto vangelo: Et ego, si exaltatus fuero a terra, omnes traham ad meipsum (Gv 12,32), “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. Sono parole che per San Josemaría racchiudono l’invito a santificare il lavoro professionale e le attività temporali trasformandole in preghiera. L’invito a non separare il rapporto con Dio (pregare, frequentare la Messa…), da una parte, e la vita famigliare, professionale e sociale, dall’altra; a fare della partecipazione all’Eucaristia il centro e la radice della vita cristiana; a unire santità e impegno per migliorare il mondo; a compiere, nel luogo dove ciascuno si trova, la missione apostolica di portare tutti da Gesù attraverso Maria nella Chiesa, uniti al Papa, Successore di Pietro.

Tutto ciò non è altro che prendersi sul serio la chiamata alla santità nelle circostanze concrete in cui ciascuno si trova. San Josemaría lo predica, convinto che la santificazione del lavoro e della vita quotidiana sia alla portata di tutti, con l’aiuto della grazia che Dio non fa mancare mai ai suoi figli.

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