«A Roma per rafforzare la fede e dimostrare affetto al Pontefice»

Univ 2012, l’allegra invasione di 4.100 studenti provenienti da 200 atenei di tutto il mondo. II ricordo del rapporto speciale con Giovanni Paolo II.

An. Ac., Il Tempo

Chi si aggira nel centro di Roma in questi giorni che precedono la Pasqua non può fare a meno di notare, tra i tanti turisti che affollano la città, la presenza di migliaia di giovani. Presenza numerosa ma «ordinata», allegra e colorata ma non «caciarona». L’esatto opposto dello stereotipo del giovane turista medio. Un’invasione di marziani? No. Sono semplicemente gli oltre 4.100 partecipanti, provenienti da 37 Paesi di tutto il mondo, al Forum Univ 2012.

Che cos’è lo spiega il suo portavoce, Giovanni Vassallo. «È un incontro internazionale di universitari giunto alla 45a edizione. Nacque nel 1968 su impulso del fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá». A che scopo? «Da una parte voleva dar vita ad una mobilitazione costruttiva di giovani in alternativa alle contestazioni di quei tempi; dall’altra voleva che si dimostrasse affetto al Papa in anni particolarmente difficili. Fu individuato il periodo della Settimana Santa per far "respirare" a tanti giovani il clima romano, da cattolici, accanto al Pontefice».

Senza trascurare gli aspetti culturali. «Anzi. Ogni anno si sceglie un tema che possa interessare i giovani di varie culture, visto che i partecipanti vengono da 200 università di tutto il mondo. Quest’anno l`argomento scelto era "il potere della bellezza". Tra gli ospiti abbiamo avuto Ennio Morricone e l’architetto giapponese Etsuro Sotoo, da anni impegnato nei lavori della “Sagrada Familia” a Barcellona».

Ma a parte il fascino di Roma, cosa spinge tanti giovani a fare questa esperienza? «Certamente il fatto di visitare il centro della cristianità ha la sua attrattiva. Però c’è la ricerca di altro. Molti sono buoni cattolici che sentono di potersi impegnare di più. Dall’Univ non si torna mai a casa indifferenti. Certo, si continua a fare la vita di tutti i giorni ma con una luce diversa che nasce dal toccare con mano l’universalità della Chiesa. Sapere che pur in contesti diversi i ragazzi hanno problemi simili e mettono lo stesso impegno nello studio, nei rapporti tra fidanzati o con gli amici, dà tanta speranza e lo "spirito" dell’Univ poi "rimane" nei Paesi d`origine. Tanti altri invece non sono cristiani e a Roma scoprono la bellezza della fede e la Chiesa come famiglia. Lo scorso anno, per esempio, una ragazza cinese fu battezzata a S. Pietro da Benedetto XVI durante la veglia pasquale».

Con Giovanni Paolo II c’era un rapporto «speciale». «Nacque nel 1979. Nel pomeriggio di Pasqua i partecipanti all’Univ erano in piazza S. Pietro a gridare sotto le finestre del Papa nella speranza che si affacciasse. A un certo punto due responsabili della gendarmeria invitarono i ragazzi a salire nel cortile di S. Damaso. Tutti seduti per terra, con il Papa a due passi, sul balconcino del cortile. Giovanni Paolo II cominciò a parlare di confessione e giù un applauso scrosciante. Idem quando citò la Madonna e ancora quando parlò di servizio alla Chiesa. Il Papa ricapitolò quegli applausi e "incassò" l’affetto di quei giovani. Iniziò una piccola tradizione interrotta solo per le condizioni di salute di Giovanni Paolo II. Si rallegrava tantissimo nell`ascoltare testimonianze da tanti Paesi o nell`assistere agli spettacoli dei pagliacci o delle ragazze che ballavano le "sivigliane"».

Un affetto che ora è riversato su Benedetto XVI. «Senza dubbio. Da qualche anno c’è un’altra iniziativa per dimostrarglielo in concreto: un dono simbolico per ringraziarlo di qualcosa del suo ministero. Lo scorso anno gli abbiamo regalato un libro con firme e dediche per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Quest`anno, invece, una lettera per il suo recente viaggio in Messico e Cuba».

An. Ac., Il Tempo, 6 aprile 2012