Chiese domestiche, problemi universali (8): Come far crescere l’amore dopo 40 anni di matrimonio?

In questa serie di articoli condividiamo i consigli di genitori che rispondono a domande concrete su come vivere la fede in famiglia. L’ottava domanda alla quale cerchiamo di rispondere è: come far crescere l’amore dopo 40 anni?

“Se non si trova il tempo per la coppia, - racconta Franca, che è sposata dal 1985 con Paolo - si perde l’abitudine a stare insieme faccia a faccia, e allora diventiamo solo genitori, cuochi, governanti o autisti”.

Franca e Paolo andavano a scuola nello stesso liceo di Milano. Lei non ricorda un vero primo incontro, perché condividevano gli stessi corridoi tutto il giorno, mentre per lui è diverso: “Ci siamo conosciuti in una gita scolastica nella quale mi ero imbucato, perché ero già al primo anno di università: volevo fare compagnia a un mio amico che era stato bocciato. Sono rimasto folgorato da Franca! La gita era in Toscana con base a Tirrenia. Galeotte sono state le pappardelle al sugo di lepre a Volterra. Dopo cinque anni di fidanzamento ci siamo sposati”.

Franca e Paolo, che lavorano da vent’anni insieme nell’ambito della Comunicazione d’Impresa, oggi hanno 63 e 61 anni, tre figli e sono nonni di cinque nipotini: “La presenza dei nipoti infonde una gioiosa meraviglia e fa esplodere il senso di gratitudine, plasmando positivamente la nostra visione della vita. Questo ci ricorda che nelle semplici gioie quotidiane, risiede un significato duraturo”. Ma come si fa a crescere nell’amore dopo quarant’anni di matrimonio, tre figli, cinque nipoti e continuando a lavorare (sono entrambi liberi professionisti)?

Un tempo di investimento

“Per crescere nell’amore dopo quarant’anni di matrimonio bisogna trovare il tempo per la coppia, un tempo di investimento - spiega Franca -. Adesso è più semplice del passato, quando i figli erano piccoli e poi adolescenti. La coppia è il fondamento della famiglia e, proprio come nelle case, le fondamenta non si vedono. E allora può capitare che sia tutto perfetto, ma che ci sia un’infiltrazione di acqua al livello delle fondamenta e allora iniziano a scuotersi: non serve un evento traumatico, basta semplicemente l’usura, il tempo, il non essersene occupati”.

“Ci gustiamo la vita insieme - sintetizza Paolo - da sempre. Amiamo viaggiare, correre, abbiamo riscoperto teatro e concerti, rigorosamente da boomer: Morandi, Baglioni, Max Pezzali, Concato, Caputo, Sting, Billy Joel, Stadio…”.

Certo non mancano le difficoltà. Franca per spiegarlo cita alcune righe del libro “La luce dei giorni” di Jay McInerney:

I matrimoni migliori, come le navi migliori, sono quelli in grado di superare le tempeste. Imbarcano acqua, tremano e si inclinano, quasi si capovolgono, e poi si raddrizzano e veleggiano verso l'orizzonte. La premessa è, dopotutto, nella buona o nella cattiva sorte.

E ci sono anche quelle piccole cose che in fondo nell’uno e nell’altra non cambiano mai: “Lasciare i cassetti aperti, - dice Paolo - non rispondere al telefono perché te lo dimentichi da qualche parte… ma sono inezie che più passa il tempo e meno pesano”.

Approvare la persona, rispettare le scelte

Oltre alle tempeste della relazione, anche le scelte dei figli possono rappresentare degli scogli da superare, specialmente nella loro vita adulta: non è detto che condividano tutti gli orizzonti di vita dei genitori, e questo potrebbe essere causa di sofferenze per loro: “Un filosofo, Piper, dice che amare significa approvare - spiega Franca -. Ti approvo per quello che sei, approvo la tua esistenza, così come sei in tutta la tua persona”. “Rispettare le scelte - approfondisce Paolo - non significa approvarle, ma nemmeno disprezzarle. Si tratta di volere bene, di volere il loro bene, ma non sono io a dire come arrivare a questo bene: posso esserci per aiutarli quando loro lo vogliono. Bisogna anche avere il coraggio di chiamare per nome gli errori fatti nei confronti dei figli da genitori, e trovare dei modi di chiedere perdono. Per il resto ci sono la preghiera e la fiducia”.

Fidanzati? Tutta la vita

San Josemaría invitava le mogli e i mariti a “essere un po' fidanzati tutta la vita”. Franca e Paolo, entrambi fedeli dell’Opus Dei, conoscono bene questa idea e ci si confrontano abbastanza spesso nella realtà di ogni giorno: “I fidanzati della nostra generazione - riprende Franca - si parlavano al telefono, stavano tanto al telefono. Anche ora, se mi capita qualcosa, se vedo qualcosa, se leggo qualcosa di interessante, la prima cosa che penso è che devo condividere con Paolo. Poi, siccome tutto sommato lo conosco da tanto tempo, nel raccontarglielo cerco la sintesi”. “Si tratta di scoprire sempre la meraviglia - aggiunge Paolo -, vedere come si evolve e cresce l’amore in cose concrete: aiutarsi anche nelle vicende professionali, ascoltarsi, guardarsi con passione, avere gesti piccoli e concreti. Io sono sempre innamorato, mi sembra sempre più bella e più gentile ogni giorno che passa. Non mi accontento di ciò che ho avuto, sono ingordo”.