"Il Signore ripaga sempre con gran generosità"

Pubblichiamo di seguito l'intervista a don Paolo Arcara, che con don Andrea Cumin, è stato ordinato sacerdote lo scorso 26 maggio a Roma.

1. Quale è stato il percorso in questi anni, da quando hai conosciuto l'Opus Dei fino ad oggi che sei alla vigilia della tua ordinazione sacerdotale?

Ho conosciuto l'Opus Dei sin da piccolo a Como, nella mia città natale, quando ancora frequentavo la scuola elementare. Ovviamente, la parte di divertimento o di attività extrascolastica era predominante durante quel periodo. Poi, con il trascorrere degli anni, è andato via via crescendo anche lo spazio dedicato alla mia formazione cristiana ed alla crescita della fede, insieme allo studio ed alle attività culturali e sportive che si organizzavano presso il Centro Nord, un appartamento vicinissimo al Lago, dove si svolgono le attività di formazione dell'Opera a Como.

Poco a poco ho cominciato a sentirmi sempre più partecipe e promotore diqueste attività, dalla sala di studio, agli incontri culturali, alle partite di calcio, etc. Così nel frattempo è anche maturata la Chiamata del Signore che per me si è concretata quando mi trovavo a metà della miei studi universitari di Ingegneria Informatica. Poi, un periodo di formazione più intenso a Milano, un paio di anni, per comprendere meglio la mia vocazione nell'Opus Dei, mentre ultimavo i miei studi e la tesi che mi hanno portato alla laurea a Como nel 1997. Dopo la laurea mi sono trasferito a Bologna, per dare una mano in una residenza di studenti universitari gestita da persone dell'Opera. Sono stati 5 anni eccezionali, di grande crestita spirituale, professionale, umana e culturale. In un nuovo contesto, a contatto soprattutto con studenti universitari, ho avuto la possibilità di conoscere molta gente nuova, muovendomi anche su e giù per la Via Emilia nelle varie provincie dell'Emilia Romagna, aiutando il lavoro di formazione spirituale dell'Opus Dei in diverse città. Infine, un nuovo ambito di studi, con la teologia prima, a Roma, e la filosofia poi, a Pamplona in Spagna.

2. Come hai scoperto la tua vocazione?

Ho avuto la fortuna di non allontanarmi mai in modo netto dal Signore in tutti questi anni e mi sono sempre sforzato per essere un buon cristiano. Però, tra queste considerazioni generiche ed una vocazione specifica c'è di mezzo molta strada. Ho percorso questo cammino verso la vocazione grazie all'aiuto della direzione spirituale di una persona dell'Opus Dei, che mi ha facilitato la comprensione, soprattutto attraverso una preghiera più intensa, della chiamata del Signore. Non avevo dubbi sul fatto che il Signore potesse chiedermi la vita intera, però, almeno inizialmente, pensavo principalmente nel matrimonio, con una moglie e con dei figli. Poi, attraverso una maggiore vicinanza al Signore nell’orazione e la guida della direzione spirituale, ho visto come Lui mi stava chiamando ad essere numerario nell'Opus Dei. Tenendo anche in considerazione la gran necessità che ha la Chiesa di anime che si dedichino a tempo pieno a servire gli altri ed il fatto che indubbiamente ho ricevuto moltissimi doni e talenti da parte del Signore, a cominciare dalla famiglia nella quale sono cresciuto, ho deciso di rispondere affermativamente a questa Chiamata.

3. Che esperienze professionali hai fatto?

A dire il vero non mi posso lamentare, visto che fino ad oggi non ho fatto nient'altro che studiare e questo, anche se può sembrare strano, è ciò che più mi piace. Cerco di vivere, già ormai da diversi anni, lo studio come un vero e proprio lavoro professionale. Fin da piccolo ho avuto la passione per i numeri e la matematica ed una certa difficoltà per le materie umanistiche. Così ho scelto prima ragioneria e poi ingegneria informatica, per sfruttare al massimo le mie potenzialità. Visto che lo studio mi piaceva, ho deciso di continuare nell'ambito universitario con il dottorato di ricerca in Ingegneria dei sistemi, a Bologna. In parallelo con gli studi ho avuto anche la possibilità di insegnare in università, prima come assistente, a Rimini, e poi come professore, a Reggio Emilia. Poi è venuto il cambio di direzione verso la teologia e la filosofia. A dire il vero non è stato un grosso "trauma", mi sono trovato a mio agio anche con le nuove materie. Ora mi piace molto la filosofia e cerco anche di approfittare dei miei studi attuali per recuperare la parte di formazione umanistica che prima avevo un po' trascurato. Sto facendo ricerca nell'ambito della filosofia della mente e spero di poter completare presto una tesi di dottorato su di un filosofo americano contemporaneo, John Searle.

4. Che sensazioni provi di fronte all'imminenza della ordinazione sacerdotale?

Sensazioni?, non saprei dire. Sicuramente una grande gioia, che spero di poter condividere con i miei cari e con gli amici, ed un forte desiderio di ringraziare il Signore, per tutti i doni che mi ha fatto durante questi anni e per quest'ultimo dono, ancor più grande ed immeritato, che è il sacerdozio.

5. I tuoi genitori cosa pensarono della tua scelta vocazionale e cosa pensano oggi della tua ordinazione?

Beh, per esserne sicuri bisognerebbe chiederlo a loro. Credo che siano molto contenti delle mie scelte e, soprattutto, di vedermi felice. Tutto ciò compensa abbondantemente la lontananza da casa che qualche volta ovviamente si fa sentire.

6. Che cosa hai imparato nell'Opus Dei? Quale insegnamento del fondatore san Josemaría ti ha colpito e ti ha cambiato en particolar modo?

È difficile rispondere alla prima domanda, dopo più di vent'anni di formazione ricevuta nell'Opera, ho imparato di tutto. Ciò che mi ha colpito sin dall'inizio è la serietà e l'approfondimento nel trattare i vari temi dottrinali nella formazione, con precisione e con uno spazio per risolvere eventuali dubbi. Poi, non posso dimenticare che ho imparato a fare orazione con "Cammino", un piccolo libro per tutte le età, che mi ha dato spunti per iniziare il mio dialogo con il Signore. Visto che ho menzionato questo libro, cominciando dal primo paragrafo: "Che la tua vita non sia una vita sterile. -Sii utile. -Lascia traccia. -Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore.", posso dire che l'insegnamento di San Josemaría mi ha spinto a prendere più sul serio la mia vita cristiana, fino a donare la mia vita. E tutto ciò, in modo naturale e semplice, non mi sembra di aver fatto cose straordinarie.

Come ultimo aspetto, a proposito dei cambiamenti (anche se pure a questo riguardo sarebbe meglio chiedere a coloro che mi conoscono), forse il principale è una maggiore apertura e disponibilità verso gli altri, con un sorriso ed una visione positiva della vita. Posso testimoniare che il Signore ripaga sempre con gran generosità; infatti la vocazione mi ha condotto verso nuovi ambiti professionali molto interessanti, verso amicizie profonde e svariate nuove conoscenze e, soprattutto, verso una nuova famiglia, che era uno degli aspetti dell'Opera che più piaceva a San Josemaría.

7. Che cosa ti aspetta dopo l'ordinazione sacerdotale?

Se con questo si intende dove vivrò, di che cosa mi occuperò, etc., non lo so ancora con precisione. Però sì so che si tratterà dell'esercizio del ministero sacerdotale, per il quale mi sono ordinato; vale a dire, essere uno strumento nelle mani del Signore per la distribuzione dei Suoi doni, soprattutto attraverso i sacramenti e la predicazione.