Processione del Corpus Domini ad Amsterdam,per la prima volta dal 1578

Il 13 giugno si svolgerà per le strade di Amsterdam un avvenimento unico. Mons. Punt, vescovo di Haarlem, presiederà la processione pubblica con il Santissimo Sacramento, la prima dal 1578. L’atto eucaristico ricorderà i 150 anni della chiesa della Madonna, affidata a sacerdoti dell’Opus Dei. Riproduciamo un articolo del Katholiek Nieuwsblad che spiega l’iniziativa.

Che sensazione di pace si ha quando, girato l’angolo della rumorosa via Rozengracht, dove praticamente ogni minuto passa un tram, si entra nella chiesa della Madonna. Il passante è ancora concentrato su ciò che ha appena visto nella strada - l’alta torre Wester, la statua di Anna Frank, e soprattutto tanti turisti –, quando, inaspettatamente, si ritrova fra i caldi colori delle vetrate, i ricchi affreschi dei pilastri, le pareti e il soffitto neogotico. Uno degli oggetti più importanti della chiesa è l’altare di Maria con l’immagine di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Quando, nel 1866, papa Pio IX diede ai Redentoristi l’incarico di diffondere questa devozione della Madonna, il primo altare dedicato a questo titolo fu costruito in questa chiesa che, inaugurata nel 1854, si trovava accanto al convento dei Redentoristi e fu da loro retta fino al 1985.

Attualmente la chiesa è utilizzata dalla comunità siro-ortodossa, dai cattolici del luogo e dai cattolici del Surinam (Guaiana olandese). Dopo la rinuncia dei Redentoristi, la cura pastorale della comunità cattolica è stata affidata a sacerdoti dell’Opus Dei. “Ora il tempio compie 150 anni e in qualche modo bisogna festeggiare”, ci dice un membro della giunta amministrativa della chiesa, quando gli chiediamo di parlarci della sorprendente iniziativa.

Molta gioia

“Un giubileo è un’occasione per ricordare una data, ma può essere anche un buon momento per dare una testimonianza: siamo molto contenti della nostra fede cattolica e lo vogliamo dimostrare. Per molti secoli non è stato possibile; era una specie di tabù. Così sono state dimenticate molte espressioni della nostra fede e tra i cattolici si notava una certa vergogna a testimoniarla. Negli ultimi anni, però, sembra che qualcosa stia cambiando. Per esempio, nella celebrazione dei 150 anni della restaurazione della Gerarchia Episcopale in Olanda, la festa, organizzata con lo slogan ‘Cattolico di anima e di cuore’, ha fatto nutrire ai fedeli un certo orgoglio di essere cattolici. Nel 2002 ha avuto luogo a Utrecht una processione col motto ‘La fede si può mostrare’. Questi atti stanno all’origine della nostra iniziativa di festeggiare i 150 anni giubilari della nostra chiesa di Maria con una processione eucaristica”.

La Santa Cappella

“A Utrecht è stata portata in processione un’urna con le reliquie di San Willebrordo. Per la processione di Amsterdam non abbiamo dovuto riflettere troppo: sarà una processione con il Santissimo Sacramento, data la ricca tradizione eucaristica di Amsterdam e perché, guarda caso, proprio 500 anni fa fu concessa alla festa del Miracolo di Amsterdam una maggiore importanza liturgica. Papa Giovanni Paolo II, in occasione di questo giubileo, ha inviato una lettera di congratulazioni che lo scorso mese di marzo è stata letta nelle chiese di Amsterdam in occasione della Stille Omgang (la Processione notturna).

La processione del Corpus Domini partirà dalla Keizersgracht e si dirigerà al Begijnhof, dove la comunità cattolica, fin dall’epoca della Riforma, quando fu distrutta la Santa Cappella, ha mantenuto vivo il ricordo del Miracolo.

Il vescovo di Haarlem presiederà la processione. Usciremo all’una meno un quarto, alla fine della Messa solenne che mons. Punt concelebrerà con vari sacerdoti, diretti al Begijnhof, dove attorno alle due si chiuderà la cerimonia con una Benedizione solenne. Nel cortile del Begijnhof sarà montato un altare coperto, perché la cappella è troppo piccola”.

Entusiasmo

“Dal 1578, anno in cui i governanti olandesi abbracciarono la causa della Riforma, era proibita la processione del Miracolo. La proibizione delle processioni rendeva praticamente impossibile per i cattolici della zona a nord dei fiumi di organizzare atti religiosi pubblici. Ma dopo la modifica della legislazione, dal 1989 le manifestazioni religiose in pubblico sono permesse. Perciò vogliamo approfittare di questa possibilità per celebrare il giubileo della nostra Chiesa, non come provocazione, né come segno di trionfalismo, ma come una continuazione della tradizione eucaristica di Amsterdam. Come motto è stato scelto: Amsterdam, Città dell’Eucaristia. Sono state invitate tutte le parrocchie di Amsterdam. Speriamo che la processione contribuisca a rinnovare l’entusiasmo della vita cattolica in e da Amsterdam. Non vogliamo fare uno show, ma solo stimolare la devozione eucaristica, e avvicinare le persone a Dio. Perciò il fine della processione sarà liturgico e devozionale. Per ora hanno aderito alla celebrazione alcune parrocchie fuori città. Alla processione parteciperà anche il sacerdote siro-ortodosso con i suoi diaconi”.

Frattanto si sta lavorando per preparare ogni cosa. “Non sappiamo quanta gente verrà. In molte parrocchie la Messa sarà celebrata prima e i loro fedeli, durante la processione, si uniranno a quelli della chiesa della Madonna. Bisogna fare un grande sforzo per organizzare tutto, perché erano secoli che non si faceva nulla di simile”.

Il Miracolo di Amsterdam

Il 15 marzo 1345 giaceva malato in casa sua, nell’attuale via Kalver, un uomo in pericolo di vita. Egli stesso fece chiamare il sacerdote perché gli amministrasse gli ultimi sacramenti, ma dopo aver ricevuto la Santa Eucaristia, gli venne da vomitare. Il vomito fu gettato sul fuoco del camino. Passato un po’ di tempo, si vide che la Santa Forma rimaneva intatta, sospesa tra le fiamme. Ma non fu tutto. La Santa Forma, raccolta il giorno dopo dal sacerdote della chiesa di san Nicola e trasportata in questa chiesa, fu vista di nuovo sospesa sul fuoco, nel camino della casa. L’operazione fu ripetuta due volte con lo stesso risultato. Allora il sacerdote capì che doveva portare la Santa Forma in processione.

Yvonne Koopman-Snep // Katholiek Nieuwsblad