Progetto Caňete 2008 - WorkCamp in Peru’

Ventisei volontarie, studentesse e professioniste, hanno operato dal 22 luglio al 12 agosto a San Benito nel Caňete, una delle "urbanizaciones" a sud di Lima dove a un anno dal terremoto la situazione della popolazione è molto precaria. Marta Risari, dell’Università Campus Bio-Medico e organizzatrice del workcamp, racconta questa esperienza.

Il workcamp - promosso dall’Università Campus Bio-medico di Roma e dal Collegio Universitario Porta Nevia - si è inserito nei programmi di sviluppo rurale del Centro di Formazione Professionale per la donna, Condoray, che ha preso avvio quaranta anni fa grazie all’incoraggiamento di san Josemaría. 

Sono impressionanti le condizioni di povertà delle urbanizaciones di Cañete: ancor più che le macerie e la mancanza di mezzi è l’assenza di stimoli a causare tanta desolazione morale e materiale. Ci siamo rese conto che ciò che di fatto cambia la situazione è la “capacitación integral”, la formazione personale e professionale. Il tenace lavoro svolto dal   Centro Condoray   è veramente efficace anche se lento: alcune donne del villaggio diventano “promotoras rurales”  e, con autentico spirito di servizio,   diffondono    educazione e   impegno tra le altre donne e quindi in tutta la comunità. Insegnano a leggere, a cucire, a tenere ordinata la casa e soprattutto ad avere fiducia in sé stesse.

La popolazione di San Benito ci ha accolto con ospitalità ed affetto. 187 visite mediche in alcuni locali ripuliti e adibiti ad ambulatorio e 8 visite a domicilio sono il riassunto dell’attività di medicina generale coordinata dalla dott.ssa Rossana Alloni, docente di chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e ricercatrice presso il dipartimento di Malattie Digestive. Molto del lavoro è consistito nel trasmettere principi di prevenzione e di educazione sanitaria, soprattutto alle  madri e ai bambini più grandi, spesso con i fratellini piccoli in braccio. I dati raccolti sono stati man mano riportati in un database, sotto la guida delle studentesse di Ingegneria biomedica e della loro docente. I dati antropometrici sono ancora in elaborazione, ma è evidente che i bambini hanno uno sviluppo fisico deficitario e che la malnutrizione è generalizzata; il 5,2% della popolazione soffre di anemie su base nutrizionale, il che ci ha confermato l’opportunità di studiare prodotti locali di largo consumo come patate e altri tuberi e radici. 

Due sono le linee di ricerca impostate durante il progetto e che continueranno nei laboratori del Centro di ricerca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma: la prima sulle proprietà nutrizionali delle patate (il 2008 è proclamato dalla FAO   Anno internazionale della patata e in Perù ne esistono moltissime varietà) con la finalità di dare suggerimenti mirati ad una alimentazione più completa pur nell’uso dei prodotti tradizionali. L’altra è sulle erbe medicinali di uso comune: si parte dal presupposto che queste risorse naturali e gratuite possano sostituire parte dei farmaci, non acquistabili perché costosi. 

Durante il workcamp abbiamo svolto giochi educativi per i più piccoli e distribuito ogni giorno una nutriente merenda; inoltre abbiamo tenuto per gli alunni della scuola primaria e secondaria lezioni di nutrizione, igiene, cultura generale, inglese, attività artistiche e manuali. E per le adolescenti un ciclo di lezioni sull’affettività. E’ poi corsa voce dell’interesse riscosso dalle lezioni delle “doctoras italianas” –come ci chiamavano con vera simpatia - e siamo state invitate a ripeterle anche alle ragazze di un altro villaggio.