Scuole FAES: preparazione della Santa Pasqua davanti alla Crocifissione del Masaccio

Il Museo Diocesano di Milano venerdì 31 marzo 2023 è rimasto aperto fuori orario per le famiglie delle Scuole FAES, che hanno avuto l’occasione di vivere un momento speciale e intenso di preparazione alla Santa Pasqua.

Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano quest’anno propone l’esposizione della Crocifissione di Masaccio come spunto di riflessione per il tempo di Quaresima e di Pasqua.

In via del tutto eccezionale, venerdì 31 marzo 2023, dalle ore 18:30 alle 20:00, è rimasto aperto fuori orario per le famiglie delle Scuole FAES di Milano per far vivere un momento intenso di preparazione alla Santa Pasqua.

“La prima cosa che ho pensato quando mi è stato proposto questo evento - racconta Vjola, genitore della scuola che era presente al Museo Diocesano - è stata: “Che bello far parte di una scuola che si interessa della formazione culturale e spirituale delle famiglie e dei suoi alunni”. È stata una serata piena di scoperte ed emozioni”.

All’evento hanno partecipato duecento persone - tra genitori, figli, fratelli e compagni di classe -, accomunate dal desiderio di preparare con frutto la Settimana Santa. I bambini e i ragazzi dai 5 anni alla I secondaria di primo grado hanno cominciato la serata con una visita guidata all’opera del Masaccio. Margherita, di 10 anni, ha raccontato che è stato il suo momento preferito in assoluto: “La guida ci ha parlato del polittico, di come era fatto, ci ha spiegato da chi era stato fatto e come Masaccio aveva dipinto il quadro che abbiamo visto”. In seguito ci sono stati una breve preparazione alla Settimana Santa con don Carlos e un laboratorio d’arte che consisteva nel riempire una sagoma del polittico, disegnando dentro agli spazi quello che ci si immaginava ci fosse.

In contemporanea, gli studenti dalla II secondaria di primo grado in su e i genitori presenti hanno assistito a un’introduzione in sala Arciconfraternita della Direttrice del Museo Diocesano Nadia Righi e a una presentazione de La Crocifissione del Masaccio. Asia, studentessa di 15 anni, ha raccontato: “La serata è stata molto intensa, ma il momento che mi ha più coinvolta è stato quello della presentazione dell’opera da parte della curatrice, che ha saputo trasmettere tutta la sua passione per questo artista e che si è inserita perfettamente nella preparazione alla Pasqua fatta da don Carlos”. Francesco, tredicenne che ha condiviso la serata con i suoi compagni di classe, ha continuato: “A me è piaciuto vedere il quadro dopo la spiegazione della direttrice del museo: mi ha aiutato a capire meglio il contesto dove ha vissuto l’artista e a notare i dettagli del quadro”.

Teresa, una mamma della scuola, ha ammesso: “Non ho una particolare cultura artistica e quindi questo quadro del Masaccio non mi diceva molto. Forse è stato meglio che non mi aspettassi molto, perché ha contribuito ad amplificare il mio stupore quando, poi, ho capito dove realmente ho avuto la fortuna di capitare. La Direttrice del Museo ci ha parlato con una passione vera e travolgente, collocando il pittore nel periodo storico e artistico in cui ha vissuto con toni molto contemporanei, rendendo l'idea del Masaccio uomo e artista/professionista in un modo in cui non avevo mai sentito trattare la storia dell'arte. Non solo ci ha fatto comprendere l'importanza di un quadro che, a occhi inesperti, poteva sembrare addirittura mal dipinto e sproporzionato, ma ne ha raccontato la genesi - spiegando come il pittore sia riuscito a portare se stesso nonostante i rigidi paletti stilistici impostigli - e il significato profondo e simbolico di ciascun personaggio e di ogni particolare, anche da un punto di vista religioso, complici evidentemente una personale e profonda conoscenza non solo della storia dell'arte ma anche dei Vangeli. Le parole ascoltate mi sono risuonate fino alla mattina seguente e ancora oggi, se ripenso a quel capolavoro del Masaccio, sono portata a meditare sul mistero della Settimana Santa a partire da tutti i particolari di questa Crocifissione”.

Successivamente è stata data la possibilità di visitare l’opera in piccoli gruppi di 30 persone e don Carlos ha guidato un momento di preghiera in preparazione alla Pasqua. “Con la dolcezza e l'umanità che lo contraddistingue e facendo anche qualche riferimento personale alla propria infanzia - ha raccontato Teresa -, don Carlos ci ha parlato di quanto sia importante capire che anche Gesù ha bisogno di noi, vuole la nostra compagnia, e che più di tutto ama che noi gli presentiamo le nostre "schifezze", ciò che di noi stessi ci fa più vergognare, non perché tutto questo gli piaccia in sè, ma perchè, in fondo, Lui è venuto per questo, a "pulirci" da quelle cose. Ed è importante che andiamo da Lui con la consapevolezza delle nostre miserie”. Vjola, genitore della scuola, ha continuato: “L’impossibile diventa possibile: Cristo ha bisogno di me, di me e dei miei peccati; perché il bene che posso fare io non lo può fare nessun altro; sono insostituibile agli occhi e all'amore di Dio”. E Asia ha aggiunto: “Grazie a don Carlos ho percepito come Cristo sia venuto per farsi carico delle nostre miserie, ma non solo, Lui cerca il nostro Amore. Gesù vuole che noi condividiamo con lui le nostre sofferenze, ma che ha anche bisogno di noi, come ha avuto bisogno degli apostoli sul monte degli Ulivi, ha bisogno che ci relazioniamo con lui in modo vero per aiutarlo a portare la croce”.