Volontari del pennello

San Josemaría affermava che uno degli aspetti della carità consiste nel “rendere più gradevole la vita agli altri”. Un modo di farlo può essere ridipingere la casa di una persona che non può permetterselo. È quello che hanno fatto a Malaga, in Spagna, alcuni ragazzi dell’Associazione Universitaria Alazores, stimolati da fedeli dell’Opus Dei. Articolo pubblicato su El País il 16 luglio 2004.

Quando si entra nell’appartamento di Concepción Bueno, salta subito agli occhi che avrebbe bisogno di una mano di pittura. Concepción ha 73 anni ed è afflitta da una artrosi che le impedisce di stare in piedi. Date le sue condizioni, è difficile immaginare che possa ridipingersi la casa. e anche se potesse farlo, non avrebbe i soldi per pagare il materiale. Lei, che parla ancora di pesetas, afferma che la sua pensione arriva a 65.000 pesetas, ma che paga 43.000 pesetas solo per l’affitto.

Non le mancano, dunque, i requisiti per essere inclusa nel programma pennello solidale. L’iniziativa si è avvalsa di 30 giovani volontari malaghegni che hanno ripulito e ridipinto le case di persone che hanno difficoltà economiche. Per lo più sono studenti universitari, ma non manca qualche professore. È il secondo anno che l’iniziativa funziona, a Malaga. Il coordinatore dei lavori, Javier García Rull, afferma: “L’anno scorso abbiamo sistemato 8 case, quest’anno speriamo di arrivare a dieci”.

Vestito con una tuta bianca, Andrés Aragón, di 18 anni, sposta i mobili per pulire la parete, prima di dipingerla. Vuole studiare Ingegneria Civile; dice: “Non ci sono limiti di età per lavorare. Il minimo sono 16 anni perché è un lavoro duro, ma è l’unica condizione, chiunque può partecipare”.

Aragón, come la maggior parte di questi pittori occasionali, ha avuto notizia dell’iniziativa attraverso l’Associazione Universitaria Alazores, nata grazie all’impulso di persone dell’Opus Dei. Il gruppo canalizza gli aiuti della ONG Cooperación Internacional, ideatrice del progetto e di imprese che collaborano in forma gratuita. “Pinturas Andalucía” ha regalato la materia prima, cioè 330 kg. di pittura bianca; l’Avis, la ditta di autonoleggio, ha prestato un furgoncino e la ditta Pinsur ha offerto la consulenza tecnica.

La giornata di lavoro del volontario va dalle dieci del mattino alle sei del pomeriggio. Un lavoro non certo favorito dalle temperature estive, visto il termometro supera facilmente i 30 gradi centigradi. Malgrado il caldo, la scelta del mese è motivata. “Luglio è un mese di vacanze nel quale da queste parti c’è ancora molta gente”, spiega García Rull.

Il Municipio di Malaga ha collaborato al progetto scegliendo, attraverso i servizi sociali, gli appartamenti in condizioni peggiori.

“Dipingi prima il salone, in modo che poi io possa stare lì mentre tu dipingi il resto”, dice Concepción. “Come vuole lei, signora Concha”, risponde il volontario. La donna abita da 5 anni nel suo appartamento di via Amargura nel centro della città, di 70 metri quadrati. Prima era stata per circa 20 anni in una baracca. Per camminare si appoggia a una sedia di vimini.

Mentre cucina seduta davanti a un fornellino elettrico, Aragón e due suoi colleghi trascinano mobili che non si muovevano da anni. Dietro un sofà appaiono alcune carte da gioco sparse, e un santino. Il volontario dà un giudizio: “Quest’anno troviamo case un po’ migliori. L’anno scorso abbiamo trovato pareti totalmente nere e alcune bucate”, dice.

Tutti i pittori sono d’accordo: la più grande soddisfazione è aiutare gli altri. Quando i giovani finiranno il lavoro, Concepción continuerà ad abitare in via Amargura, ma in casa sua ci sarà più luce dell’anno passato.

J. Carlos Flores / El País